Accordo
Volontario Nazionale per l’utilizzo dei biocarburanti nel settore trasporti
Tale
accordo non è ancora stato siglato dal Ministero delle
finanze e dal Ministro dell'agricoltura e quindi non è
ancora operativo
|
Filiera
Biodiesel
Introduzione di Miscele Biodiesel-Gasolio nella rete nazionale di distribuzione
carburanti e nelle flotte di trasporto pubblico e dei servizi di pubblica
utilità.
TRA:
- Ministero
dell’Ambiente,
Direzione Generale Servizio Inquinamento Atmosferico, Acustico e
per le Industrie a Rischio, Via C. Colombo, 44 - 00147 Roma, nel
seguito denominato MINAMB;
- Ministero
dell’Industria e del Commercio Estero,
Direzione Generale dell’Energia e delle Risorse Minerarie, Via Molise
2 – 00187 Roma, nel seguito denominato MICA;
- Ministero
delle Politiche Agricole e Forestali,
Direzione Generale delle Politiche Agricole ed Agroindustriali Nazionali,
Via XX Settembre, 20 – 00187 Roma, nel seguito denominato MIPAF;
- Ministero
dei Trasporti e della Navigazione,
Dipartimento Trasporti Terrestri, Via G. Caraci, 36 – 00157 Roma,
nel seguito denominato MINTRA;
- Conferenza
dei Presidenti delle Regioni,
Coordinamenti Interregionali Ambiente, Energia e Trasporti, Via
Parigi, 2 – 00185 Roma, nel seguito denominata REGIONI;
- Unione
delle Province d’Italia,
Piazza Cardelli, 4 - 00186 Roma, nel seguito denominata UPI;
- Associazione
Nazionale Comuni Italiani,
Via dei Prefetti, 46 – 00186 Roma, nel seguito denominata ANCI;
- Confederazione
Generale Italiana del Lavoro,
Corso d’Italia, 25 – 00198 Roma, nel seguito denominata CGIL;
- Confederazione
Italiana Sindacati Lavoratori,
Via Po, 21 – 00198 Roma, nel seguito denominata CISL;
- Unione
Italiana del Lavoro,
Via Lucullo, 6 – 00187 Roma, nel seguito denominata UIL;
- Confederazione
Italiana Dirigenti di Azienda,
Via Nazionale, 75 I - 00184 Roma, nel seguito denominata CIDA;
- Ente
Nazionale per le Nuove tecnologie,
l’Energia e l’Ambiente, Lungotevere Grande Ammiraglio Thaon di Revel,
76 - 00196 Roma, nel seguito denominato ENEA;
- Associazione
Imprese Gestione Servizi Tecnici Integrati,
Via Silvio D'Amico, 40 - 00145 Roma, nel seguito denominata AGESI;
- Associazione
Nazionale fra Industrie Automobilistiche,
Corso Galileo Ferraris, 61 – 10128 Torino, nel seguito denominata
ANFIA;
- Associazione
Italiana dell’Industria Olearia,
Piazza di Campitelli, 3 - 00186 Roma, nel seguito denominata ASSITOL;
- ASSOCOSTIERI,
V.le Cesare Pavese, 305 – 00144 Roma;
- Associazione
Trasporti,
Piazza Cola di Rienzo, 80/a – 00192 Roma, nel seguito denominata
ASSTRA;
- Confederazione
Italiana Agricoltori,
Via M. Fortuny, 20 – 00196 Roma, nel seguito denominata CIA;
- Confederazione
Nazionale Coltivatori Diretti,
Via XXIV Maggio, 43 – 00187 Roma, nel seguito denominata COLDIRETTI;
- CONFAGRICOLTURA,
Corso Vittorio Emanuele, 101 – 00186 Roma;
- Confederazione
Produttori Agricoli,
Via Tevere, 15 – 00198 Roma, nel seguito denominata COPAGRI;
- Confederazione
Italiana Piccola e Media Industria,
Via della Colonna Antonina, 52 – 00100 Roma, nel seguito denominata
CONFAPI;
- ITALIA
NOSTRA,
Via Nicolò Porpora, 22 – 00198 Roma;
- LEGAMBIENTE,
Via Salaria, 403 – 00199 Roma;
- UNIONE
PETROLIFERA,
Via Giorgione, 129 – 00147 Roma;
- Associazione
Italiana per il World Wide Fund for Nature,
Via Po, 25/c – 00198 Roma, nel seguito denominata WWF Italia.
Premessa
I trasporti in Italia sono legati per la massima parte ai consumi di
prodotti petroliferi e presentano, quindi, una flessibilità minima in
termini di sostituzione di fonti energetiche ed un’elevata vulnerabilità
in termini di approvvigionamento.
Ai trasporti è imputabile circa un terzo dei consumi finali di energia
e di emissioni di gas serra; gli stessi sono in crescita sia in valore
assoluto sia in percentuale. Inoltre, i trasporti sono la maggior fonte
di inquinamento atmosferico. Infatti, il settore trasporti (secondo
stime ENEA basate sul metodo Corinair, utilizzando per i trasporti il
modello COPERT II), è responsabile del 74% delle emissioni di monossido
di carbonio, del 55 % degli ossidi di azoto, del 52% degli idrocarburi
volatili, del 9% degli ossidi di zolfo. Il traffico urbano, in particolare,
incide per oltre il 30 % sui consumi di energia dell’intero settore,
e quindi per circa il 10 % sui consumi energetici nazionali, ed è il
maggior responsabile delle emissioni di benzene (per oltre il 90%) e
delle particelle sospese totali.
L’obiettivo di sostenibilità degli usi dell’energia nei trasporti ha
una duplice valenza:
Globale, relativamente alla riduzione delle emissioni dei gas
serra come previsto dall’accordo di Kyoto, con il notevole valore aggiunto,
data la vulnerabilità energetica nazionale, di accrescere l’efficienza
energetica di un sistema essenziale per l’economia e la vita del Paese;
locale, per i danni dell’inquinamento atmosferico sulla salute,
specialmente nelle aree urbane.
Gli interventi necessari per il raggiungimento dei due macrobiettivi
sono generalmente sinergici per cui il rispetto delle clausole negoziate
per l’Accordo di Kyoto comporta un valore aggiunto in temini di vivibilità
complessiva e di miglioramento della competitività economica; va quindi
visto, oltre che come un necessario adempimento, come una straordinaria
opportunità.
Il consumo energetico nei trasporti e le conseguenti emissioni di CO2
e di inquinanti sono il risultato di due serie di fattori:
Ponendo
l'attenzione sul primo fattore, oltre ad intervenire migliorando l’efficienza
energetica dei nuovi veicoli, ulteriori vantaggi sulla riduzione delle
emissioni di anidride carbonica e di inquinanti si potranno avere, inoltre,
dall’introduzione di biocarburanti (combustibili liquidi ottenuti da
materie prime vegetali, utilizzabili nel settore dell'autotrazione in
parziale sostituzione della benzina e del gasolio) e, in particolare,
di biodiesel. Infatti, il biodiesel trova la più conveniente possibilità
di sviluppo ai fini della riduzione dell’inquinamento ambientale nei
centri urbani. Peraltro, lo sviluppo e l'impiego del biodiesel risulta
al primo posto nell'elenco delle misure riguardanti il settore dei trasporti
previste dalle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione
delle emissioni dei gas serra predisposte sulla base della Delibera
CIPE n.137 del 19/11/'98.
L’accordo raggiunto a Kyoto ha determinato per l’Europa l’obbligo di
diminuire dell'8 %, rispetto ai livelli del 1990, le emissioni di gas
serra entro il periodo 2008-2012. A livello nazionale, l'obiettivo di
riduzione è stato fissato al 6,5 % e la suddetta Delibera CIPE assegna
al settore trasporti obiettivi di riduzione al 2012 compresi tra 18
e 21 Mt di CO2. Le suddette linee guida, inoltre, nell'assegnare anche
alla produzione di energia da fonti rinnovabili i medesimi obiettivi
di riduzione già assegnati al settore trasporti, sottolineano la potenzialità
esistente in relazione alla grande estensione di aree che potrebbero
essere destinate a produzioni agricole non alimentari tenendo conto
del ruolo contestuale delle varie filiere interessate, oltre a quella
del biodiesel. La già citata Delibera CIPE n.137 del 19/11/'98, nell'approvare
gli obiettivi di riduzione stabilisce, inoltre, al punto 5. che "entro
il 31 dicembre 1999, laddove non siano stati stipulati accordi volontari
tra gli operatori e le amministrazioni che soddisfino agli obiettivi
indicati dalle linee guida, …" saranno adottati provvedimenti finalizzati
al conseguimento di tali obiettivi, primi fra tutti quelli riguardanti
l'utilizzo dei biocombustibili come carburanti per l'autotrazione.
Tutto ciò premesso, si rende opportuno attivare un Accordo Volontario
volto a creare i presupposti e a determinare le condizioni favorevoli
alla nascita di un mercato nazionale del biodiesel con lo scopo ultimo
di contribuire a raggiungere gli obiettivi indicati nella suddetta Delibera
CIPE ed, in particolare, la riduzione delle emissioni di CO2 assegnata
al settore dei trasporti e al settore delle fonti rinnovabili.
Pertanto,
le Parti concordano:
1. Obiettivo dell’Accordo
L’obiettivo dell’Accordo, che vede coinvolti tutti i soggetti costituenti
l’intera filiera del biodiesel, è di contribuire alla riduzione delle
emissioni di CO2 e delle emissioni inquinanti in ambito urbano attraverso
l’utilizzo di biodiesel nel settore trasporti.
L'Accordo si pone obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 paria
a 0,25 Mt al 2003, 0,5 Mt al 2005 e 1 Mt al 2010.
In particolare, esso prevede due contesti applicativi. Il primo contesto
riguarda l’introduzione di miscele biodiesel-gasolio, con percentuali
di biodiesel fino al 5 %, nella rete nazionale di distribuzione carburanti.
Il secondo contesto riguarda l’utilizzo di miscele biodiesel-gasolio,
anche in percentuali superiori al 5 %, nelle flotte di trasporto pubblico
e in quelle dei servizi di pubblica utilità. Le miscele, con caratteristiche
qualitative conformi agli standard di riferimento, godranno di un’agevolazione
fiscale tale da consentire di venderle allo stesso prezzo del gasolio.
Per uno scrupoloso rispetto del principio di precauzione, fino ad una
verifica conseguente all’approvazione della revisione della Direttiva
comunitaria 220/90, o comunque a fronte di novità sostanziali condivise
dalle Parti contraenti, non si farà uso di semi oleosi e di oli derivati
da varietà geneticamente modificate.
2. Impegni delle Parti
MICA, MINAMB, MINTRA e MIPAF si impegnano a promuovere
meccanismi e strumenti, economici e fiscali, anche di concerto con altre
Amministrazioni dello Stato e la Conferenza Permanente Stato-Regioni,
finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo dell’Accordo stesso in
entrambi i contesti applicativi. MICA e MINAMB si impegnano, inoltre,
a rendere disponibili adeguate risorse economiche all'ENEA, anche attraverso
l’istituzione di specifici Fondi, per la gestione e l’attuazione del
presente Accordo e per attività di ricerca e sviluppo concordate, ritenute
necessarie per l’efficacia dell’attuazione dell’Accordo stesso.
REGIONI si impegnano a promuovere meccanismi e strumenti di informazione
atti a creare condizioni favorevoli alla diffusione dell’utilizzo di
miscele biodiesel-gasolio per l’autotrazione. Si impegnano, inoltre,
nelle forme e con le modalità previste dai rispettivi atti di pianificazione
energetica e agro-forestale e sui trasporti, a fornire supporto, anche
finanziario (anche a valere sui fondi derivanti dalla Carbon-Tax), se
definito in accordi territoriali su specifiche iniziative di interesse
regionale, a campagne di sperimentazione in campo di miscele biodiesel-gasolio,
con percentuali di biodiesel superiori al 5%, anche per la valutazione
dei relativi benefici energetico-ambientali.
AGESI,
ANCI, CONFAPI e UPI si impegnano a promuovere azioni di informazione
e sensibilizzazione verso le Amministrazioni locali, le aziende di trasporto
pubblico e privato nonché quelle dei servizi di pubblica utilità per
la diffusione dell’utilizzo di miscele biodiesel-gasolio e per la sperimentazione
in campo di miscele con percentuali di biodiesel superiori al 5 %.
ANFIA si impegna a promuovere presso le aziende associate azioni
di sperimentazione e ricerca finalizzate all’incremento dell’utilizzo
del biodiesel nelle motorizzazioni (miscele con percentuali di biodiesel
superiori al 5%) anche attraverso il miglioramento dell’efficienza delle
miscele biodiesel-gasolio. Si impegna, inoltre, affinché le aziende
costruttrici di veicoli associate all’ANFIA contemplino l’impiego delle
miscele biodiesel-gasolio oggetto dell’Accordo (con percentuali di biodiesel
fino al 5%), anche all'interno delle garanzie d'uso delle loro motorizzazioni.
ASSITOL, in concorso con le REGIONI, si impegna a promuovere
presso le aziende associate la produzione di biodiesel con caratteristiche
qualitative conformi agli standard di riferimento ed a promuovere, d’intesa
con le Confederazioni agricole, azioni e misure tendenti a favorire
un adeguato sviluppo della produzione nazionale di semi non food, in
particolare attraverso la stipula di Accordi di bacino per la fornitura
della materia prima agli impianti di trasformazione.
ASSOCOSTIERI si impegna ad approntare presso i depositi fiscali
di cui le aziende associate sono titolari, le miscele biodiesel-gasolio
destinate sia all’utilizzo in rete sia all’utilizzo extrarete, aventi
caratteristiche qualitative conformi agli standard di riferimento.
ASSTRA si impegna a promuovere presso le aziende associate la
disponibilità ad effettuare attività di sperimentazione in campo di
miscele biodiesel-gasolio.
CGIL, CISL, UIL si impegnano ad effettuare azioni di valutazione
delle ricadute occupazionali con l’obiettivo di definire con le parti
sociali interessate, negli ambiti ed ai livelli territoriali più opportuni,
i conseguenti aggiustamenti positivi quali-quantitativi della forza-lavoro.
Si impegnano, inoltre, a partecipare attivamente alle azioni di sensibilizzazione,
formazione e informazione.
CIDA si impegna ad effettuare azioni di sensibilizzazione, formazione
e informazione verso i propri associati.
CIA, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA e COPAGRI si impegnano
a promuovere azioni ed iniziative tendenti a favorire la produzione
di oleaginose non food con caratteristiche qualitative idonee alla produzione
di biodiesel per l’uso in autotrazione e all'adozione di appropriate
tecniche colturali atte a conseguire l’ottimizzazione delle produzioni
nel rispetto dell’ambiente.
ENEA si impegna a fornire supporto tecnico-scientifico per le
attività relative alla gestione ed attuazione del presente Accordo,
predisponendo anche un rapporto annuale sullo stato di attuazione, e
a promuovere azioni di diffusione delle informazioni e dei risultati.
Si impegna, inoltre, a promuovere attività di ricerca e sviluppo concordate,
ritenute necessarie per l’efficacia dell’attuazione dell’Accordo stesso.
UNIONE PETROLIFERA si impegna a promuovere presso le aziende
associate il ritiro del biodiesel prodotto, l’approntamento, presso
i depositi fiscali di proprietà delle aziende stesse, delle miscele
biodiesel-gasolio con percentuali di biodiesel fino al 5 % aventi caratteristiche
qualitative conformi agli standard di riferimento, e la loro commercializzazione
attraverso la rete nazionale di distribuzione carburanti allo stesso
prezzo del gasolio.
ITALIA NOSTRA, LEGAMBIENTE e WWF Italia si impegnano a
promuovere azioni di sensibilizzazione e diffusione delle informazioni
sui benefici energetico-ambientali connessi all’utilizzo del biodiesel.
I soggetti sottoscrittori del presente Accordo Volontario ed i soggetti
individuati nell’ambito del medesimo, concretamente destinatari delle
iniziative e degli effetti previsti dalle determinazioni qui assunte
secondo i criteri e le modalità più appropriate da stabilire in sede
di Comitato di Gestione (vedi paragrafo 5.), saranno coinvolti quali
coprotagonisti degli adempimenti stabiliti nell’Accordo per la sua piena
applicazione ed efficacia.
3.
Azioni
Considerato che:
- Ai
fini indicati, è necessario sviluppare la produzione di risorse
energetiche rinnovabili favorendo una domanda solvibile di prodotti
di origine vegetale, in particolare del carburante vegetale denominato
"biodiesel", parzialmente sostitutivi di quelli tradizionali di
origine minerale;
- che
in tale ambito produttivo sono molteplici le vie e le iniziative
concernenti l’utilizzo di risorse energetiche rinnovabili quali
anche quelle attivabili nella filiera agro-forestale, anche con
riferimento alla dimensione delle aziende agricole e ciò in stretta
relazione alle sempre più significative indicazioni assunte dalla
U.E.;
- la
disponibilità di materia prima a livello nazionale è inadeguata
e concentrata sulla coltivazione del girasole. La situazione tenderà
ad aggravarsi a seguito dell’applicazione della nuova politica agraria
UE che per l’Italia andrà a favorire la coltivazione dei cereali;
- per
la filiera del biodiesel la materia prima agricola e gli oneri inerenti
la distribuzione costituiscono di gran lunga i fattori di costo
più importanti;
- gli
aspetti logistici, in particolare la disponibilità di materia prima
nazionale nelle aree di localizzazione degli impianti, possono offrire
opportunità di riduzione dei costi che vanno a sommarsi a quelli
ottenibili dal punto precedente;
- le
esperienze europee hanno dimostrato che l’obiettivo della riduzione
del differenziale di prezzo con le fonti fossili può essere perseguito
anche tramite una forte integrazione di filiera;
- un
punto fondamentale è la necessità di pervenire ad una standardizzazione
dei biocombustibili, con lo scopo di dare stabilità al mercato ed
adeguate garanzie a coltivatori, produttori, distributori e, soprattutto,
consumatori finali. Attualmente, a livello nazionale vige la norma
UNI 10635-1997 elaborata dal Comitato Termotecnico Italiano (CTI)
e dalla Commissione Tecnica di Unificazione nell'Autoveicolo (CUNA).
Essa è una specifica di natura merceologica ed è relativa ai valori
limite delle caratteristiche indispensabili per classificare gli
esteri metilici degli oli vegetali come combustibili. A livello
europeo, il Comitato Europeo per la Normazione (CEN) ha operato
attraverso il WG24 e il WG25, costituiti in seno al TC19. Nel mese
di ottobre 2000 i suddetti WG hanno inviato alla Segreteria del
TC19 le specifiche del FAME (Fatty Acid Methylester) sia per uso
trazione sia per uso riscaldamento. Inoltre, il WG24 ha provveduto
ad apportare alla norma EN 590 - Novembre 1999 le opportune modifiche
per consentire di aggiungere al gasolio fossile, biodiesel fino
ad un contenuto massimo pari al 5% vol. a patto che i limiti della
EN 590 vengano rispettati. Le due specifiche citate e le modifiche
alla EN 590 per accogliere fino al 5 % vol. di biodiesel sono state
messe in inchiesta tecnica dal CEN. UNI, in considerazione di quanto
disposto dalla Legge Finanziaria 2001 per quanto attiene al biodiesel,
ha deciso di anticipare l’adozione delle specifiche CEN sopra citate
nonché le modifiche alla EN 590. UNI ha sottoposto la versione nazionale
delle specifiche CEN ad inchiesta pubblica che si è conclusa senza
commenti il 10 febbraio 2001. Le due specifiche saranno pubblicate
a breve scadenza. Contestualmente, la specifica UNI 10635-1997 sarà
abrogata. Infine, CUNA ha allo studio la specifica per le miscele
che contengono il 20-30 % vol. di biodiesel in gasolio che non sono
state prese in considerazione dal CEN;
- occorre
promuovere ed integrare attività di ricerca e sperimentazione finalizzate
sia a migliorare le caratteristiche qualitative e le rese delle
materie prime per la produzione di biodiesel sia ad assicurare che
le miscele "biodiesel-gasolio" prodotte siano conformi agli standard
di riferimento sia a dimostrare i benefici energetico-ambientali
derivanti dall’utilizzo del biodiesel;
- i
risultati delle attività di ricerca e sperimentazione dovrebbero
essere divulgati attraverso azioni di informazione e sensibilizzazione
indirizzate a tutti i soggetti costituenti la filiera con particolare
riguardo agli utenti finali;
- il
recupero di oli e grassi vegetali usati, principalmente dalla grande
ristorazione ma anche da una raccolta differenziata in aree urbane,
potrebbe fornire ingenti quantitativi di materia prima a costi limitati.
Questi aspetti vanno però traguardati con la dovuta cautela, in
relazione all’uso finale cui è destinato il biodiesel;
- gli
obiettivi di cui sopra sono coerenti con una politica di sviluppo
di nuovi posti di lavoro nei settori agricolo e industriale e con
l’attivazione di iniziative mirate ad un esito occupazionale quali-quantitativo
proprie nel campo biodiesel;
le
Parti concordano sull’effettuazione delle seguenti attività:
incentivazione
allo sviluppo di coltivazioni dedicate non food e svincolate dal set-aside
obbligatorio;
- miglioramento
delle tecniche colturali per colza e girasole;
- sperimentazione
e ricerca con l'obiettivo di assicurare che il biodiesel prodotto
con miscele di olio di colza e di girasole nonché con oli di diversa
provenienza e di interesse nazionale, possieda caratteristiche conformi
alle specifiche vigenti e di dimostrarne sia l’applicabilità sia
i benefici energetico-ambientali derivanti dal suo utilizzo;
- individuazione,
introduzione e adattamento di specie e/o varietà vegetali, attualmente
non diffuse (brassicacee, ricino, cartamo, ecc.), in grado di ottimizzare
le produzioni nel rispetto dell’ambiente con un bilancio energetico
positivo. Sviluppare gli ordinamenti produttivi e gli avvicendamenti
colturali in grado di favorirne l'introduzione e la riduzione dei
costi;
- promozione
dell'integrazione di filiera, attraverso specifiche agevolazioni
per iniziative che prevedano partecipazioni interprofessionali;
- promozione
dell'attività di recupero di oli vegetali usati ed altre materie
seconde con elevata possibilità di utilizzazione nei processi di
produzione del biodiesel tenendo presente i limiti imposti dal tipo
di utilizzo;
- attivazione
della domanda tramite un'adeguata campagna d'informazione e promozione
anche attraverso campagne informative promosse direttamente dalle
aziende petrolifere.
4.
Durata, valutazione e termine dell’Accordo
L'Accordo
ha una durata di cinque anni. Nel 2003 le Parti procederanno a una
prima valutazione su:
- Implementazione
dell'Accordo;
- benefici
energetico-ambientali conseguiti.
Sulla base
delle risultanze della valutazione le Parti potranno eventualmente ridefinire
o adeguare obiettivi, impegni ed azioni al fine di incrementare l'efficacia
dell'Accordo stesso. Se significativi e imprevedibili sviluppi avvenissero
entro l’anno 2003, ad esempio riguardanti:
- Le
politiche nei settori dell'energia e dell'ambiente e le conoscenze
tecnologiche nei settori dell'energia e dell'ambiente;
- le
risorse finanziarie, disponibili o previste, del Governo per il
miglioramento dell'efficienza energetica;
- la
legislazione (particolarmente sulle imposte e sull'ambiente) e la
giurisprudenza;
- la
crescita economica, la competitività e lo sviluppo dell'efficienza
operativa e le aspettative in merito;
- condizioni
in generale che influenzino il contesto economico nel quale il miglioramento
dell'efficienza energetica debba essere modificato, e che provochino
sostanziali conseguenze per l'implementazione dell'Accordo;
le
Parti si consulteranno per valutare i necessari cambiamenti ai contenuti
dell'Accordo. Qualora tali consultazioni non portassero a un consenso
entro sei mesi, ciascuna delle Parti potrà considerarsi non più vincolata
all'Accordo.
5. Gestione dell’Accordo
Per la gestione del presente Accordo, entro tre mesi dalla data di stipula,
viene istituito un “Comitato di Gestione ” che sarà composto da un rappresentante
per ognuno dei soggetti firmatari. Il Comitato di Gestione si riunisce
almeno quattro volte l’anno per verificare lo stato di avanzamento dei
lavori, e comunque ogni qualvolta se ne ravvisi la necessità o per richiesta
di una delle Parti. Il Comitato di Gestione è convocato e presieduto
dai Ministeri MICA e MINAMB mentre l’ENEA assicurerà il necessario supporto
tecnico-scientifico. Il Comitato di Gestione è la sede nella quale saranno
discusse le attività dell’Accordo e avrà le seguenti funzioni:
- Stabilire
le modalità operative e pianificare le attività elencate al paragrafo
3., definendo, per ogni singola attività, impegni dei soggetti coinvolti,
costi, obiettivi e relativa scadenza temporale;
- valutare
gli extracosti connessi all’utilizzo del biodiesel;
- individuare
le fonti di finanziamento per la gestione dell’Accordo e per l’effettuazione
delle attività previste;
- definire
e controllare il sistema di monitoraggio e di reporting sull’implementazione
e gestione dell'Accordo;
- verificare
il rispetto degli impegni assunti dalle Parti e dei tempi previsti;
- definire
ed approvare le campagne di diffusione dei risultati raggiunti;
- interfacciare
le attività previste dall'Accordo con altre iniziative nazionali
o comunitarie, in modo da sviluppare sinergie fra di esse e l'Accordo,
attraverso il collegamento e scambio di informazioni con i Paesi
interessati alla tematica, a partire da quelli partecipanti alle
reti europee di cooperazione promosse dal Programma europeo Altener;
- riferire
alle Parti due volte l'anno o, su richiesta di esse, sullo stato
di avanzamento dell'Accordo;
- preparare
una relazione annuale sullo stato di attuazione dell’Accordo, basata
sul rapporto tecnico annuale predisposto da ENEA sulla scorta delle
informazioni fornite dalle Parti.
6. Risorse per l’esecuzione delle attività
Le spese ordinarie relative alla esecuzione delle attività di competenza
di ciascun contraente sono sostenute dai contraenti stessi, secondo
quanto demandato da leggi e norme in materia e dai relativi ruoli istituzionali
o statutari.
Letto, concordato e sottoscritto in Roma il 6/4/2001
MINISTERO AMBIENTE - MINISTERO INDUSTRIA - MINISTERO TRASPORTI - MINISTERO
POLITICHE AGRICOLE - REGIONI - UPI - ANCI - ENEA - ANFIA - AGESI
- ASSITOL - ASSTRA - ASSOCOSTIERI - CGIL - CISL - UIL - CIDA - CIA
- COLDIRETTI - CONFAGRICOLTURA - CONFAPI - COPAGRI - ITALIA NOSTRA
- LEGAMBIENTE - UNIONE PETROLIFERA - WWF Italia |
All’Accordo hanno aderito anche le seguenti Organizzazioni:
ASSOPETROLI, CISAL, CNA, UGL, UNIONQUADRI. |