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Termovalorizzazione dei rifiuti urbani, delle frazioni secche o del CDR?

Pubblicazione


Autore: G. Maraniello

Collana: BT - 21 - Giu 03 - Utilizzazione termica dei rifiuti

Note:
V’è la consapevolezza diffusa che la produzione di energia elettrica dai Rifiuti Solidi Urbani (R.U.) residuali dalla Raccolta Differenziata, in moderni impianti di termovalorizzazione, è una soluzione affidabile, realisticamente praticabile e a basso impatto ambientale in grado di dare un contributo significativo, nell’ambito delle Fonti Energetiche Rinnovabili, all’impegno di Kyoto, a ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra. Questa memoria vuole costituire un contributo al dibattito in corso circa la convenienza a sottoporre direttamente a recupero energetico i R.U. oppure trattarli in impianti di selezione meccanica termovalorizzando le sole frazioni secche combustibili o il CDR. Attraverso una analisi comparativa tra tre principali filiere di trattamento viene mostrato che la termovalorizzazione immediata e diretta dei R.U. è la soluzione più economica a maggior risparmio energetico e a miglior impatto ambientale. Se il CDR non troverà applicazione industriale e diffusa nei sistemi di produzione di energia elettrica ad elevata efficienza (centrali termoelettriche ambientalizzate a carbone) e a costi di conferimento particolarmente contenuti e al limite nulli, la opzione di produrlo (teoricamente attraente) rischia di rivelarsi la più costosa e a minor beneficio ambientale.


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