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Scelti per voi: Una proposta per le biomasse

UNA PROPOSTA PER LE BIOMASSE.

Martedì 18 maggio il Presidente di FIPER Walter Righini (Federazione Italiana dei Produttori di Energia da Fonte Rinnovabile e socio CTI),  ha inviato una lettera aperta a Silvio Berlusconi nella sua qualità di Ministro dello Sviluppo Economico ad interim; al Sottosegretario del Ministero Sviluppo Economico; al Capo Segreteria Tecnica Direzione Generale Energia del Ministero dello Sviluppo Economico; al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali  e al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
La lettera contiene la  proposta FIPER “Il contributo potenziale del teleriscaldamento a biomasse e la produzione di biogas di origine vegetale ed animale per gli obiettivi italiani di penetrazione delle fonti rinnovabili negli usi finali termici previsti dalla Direttiva 2009/28/CE del 23 Aprile 2009”. La proposta si fonda sulle ripartizioni attribuite alle diverse fonti definite nel Position Paper italiano presentato a Bruxelles in settembre 2007.
Secondo Righini, “Il ruolo della filiera biomassa-energia è strategico per il sistema Paese; le proiezioni effettuate si basano sull’esperienza decennale maturata e sulla consapevolezza che lo sviluppo e il consolidamento del modello proposto da FIPER possa contribuire al raggiungimento degli obiettivi di produzione di energia da fonti rinnovabili e costituire un volano di occupazione per l’indotto nella aree montane e rurali nazionali con notevoli ricadute positive in ambito ambientale”.
La proposta FIPER coinvolge l’intera filiera biomassa- energia relativa al contributo potenziale del teleriscaldamento a biomasse e alla produzione di biogas di origine vegetale ed animale per gli obbiettivi italiani di penetrazione delle fonti rinnovabili negli usi finali termici, sulla base dell’Art. 5 della Direttiva 2009/28/CE del 23 Aprile 2009 che sancisce pari dignità tra il kWh termico ed elettrico.
Il documento, che riportiamo in allegato, contiene diverse osservazioni e proposte concrete.
Tra queste: l’impossibilità di affrontare in un unico schema di regolamentazione l’insieme delle diverse biomasse; l’esigenza di una differenziazione degli incentivi sull’energia termica in funzione della tipologia di biomassa utilizzata; la necessità di una struttura a livello nazionale a cui fare riferimento che si occupi con continuità del monitoraggio dello stato dell’arte; la possibilità di trasformare il biogas prodotto dagli impianti alimentati da biomassa vegetale o di origine animale in “biometano”.
Le proposte FIPER mirano a una politica che punti a realizzare nel decennio fino al 2020 almeno 0,7-1 Mtep attraverso un portafoglio di interventi per:
- riorientare il meccanismo dei certificati bianchi per gli impieghi di biomasse e l’utilizzo del calore;
- eliminare l’IVA applicata alle biomasse del territorio per favorire l’uscita delle stesse dal mercato non formalizzato;
- vincolare le detrazioni fiscali agli apparecchi domestici alla qualità delle prestazioni con particolare riguardo alla efficienza ed alle emissioni;
- promuovere mini reti di servizio di fornitura e di gestione di caldaie a biomassa in aree a bassa densità abitativa;
- supportare le imprese per lo sviluppo delle tecnologie e dei laboratori di prova;
- favorire la formazione e crescita di aziende di servizio per raccolta di biomasse
disperse dall’agricoltura e dalle foreste;
- eliminare gli ostacoli all'uso corretto delle ceneri provenienti dall’uso delle biomasse vergini e del digestato per le concimazioni;
- favorire l’uso negli impianti di produzione di biogas anche degli scarti agroindustriali ed alimentari opportunamente trattati;
- favorire le colture energetiche, quali la forestazione rapida, con fondi per garantire il reddito annuale agli agricoltori.
Nella conclusione il documento ipotizza  che possano essere realizzati in Italia nei prossimi anni circa 300 impianti di teleriscaldamento e cogenerazione alimentati a biomassa con potenza media di 10 MWtermici ed 1 MWelettrico e circa 2.000 impianti a biogas alimentati con produzione agricola e di allevamento.
Questi interventi fornirebbero un contributo rispettivamente dello 0,56% e del 1,63% sul totale degli usi finali dell’energia aiutando significativamente il raggiungimento degli obiettivi del 2020.



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