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La gassificazione del carbone nella Comunità europea

Pubblicazione


Autore: S. Furfari

Collana: AA - 1991 Milano - La gassificazione del carbone e degli idrocarburi pesanti per la produzione di energia elettrica

Note:
Prima di considerare le possibilità di produzione nella Comunità di un gas combustibile ottenuto da combustibili liquidi o solidi occorre esaminare l'attuale utilizzazione di questi ultimi.
Nel 1988, la Comunità europea ha consumato poco più di 1 000 Mio di tonnellate di petrolio equivalente combustibile, così ripartite: 35% per la produzione di energia, 20% circa per i trasporti e il resto nell'industria e nel settore domestico.
Il gas naturale copre circa il 20% dei fabbisogno energetico comunitario ma sono in atto forti pressioni per aumentare l'impiego dei gas nella produzione di energia per compensare il ridotto contributo dell'energia nucleare e come alternativa al carbone, in base a motivi economici e ambientali e, soprattutto, per far fronte ad incrementi della domanda. Qualsiasi aumento di rilievo, non abbinato ad opportuni provvedimenti, potrebbe però rendere la Comunità più vulnerabile all'insicurezza energetica o al rischio di costi energetici più elevati in futuro. Questo aspetto sarà trattato più avanti.
Il petrolio rimane la fonte principale di energia nella Comunità dì cui copre il 46% dei fabbisogno globale. Trattandosi di petrolio spesso importato da regioni che, come si è visto recentemente, tendono ad essere poco affidabili, questa dipendenza è stata, da molto tempo, una grossa fonte di preoccupazione per la Comunità. Attualmente, le alternative ad un maggior impiego dei petrolio per i trasporti sono limitate, data la continua espansione di questi ultimi.
Dal 1987, la produzione di carbon fossile nella Comunità, pur diminuita di circa il 15%, rappresenta ancora circa 200 Mio di tonnellate annue cui vanno aggiunto le importazioni provenienti soprattutto da Stati Uniti, Australia, Colombia e Polonia di circa 100 Mio di tonnellate l'anno. In un futuro prevedibile, il carbone resterà importante per la produzione di energia; circa il 63% di tutto il carbone utilizzato nella Comunità serve a questo scopo. A ciò si devono aggiungere circa 170 Mio di tonno I Iato l'anno di lignite e torba, prodotte nella Comunità e destinate quasi esclusivamente alla produzione di energia.
Sotto i I profilo ambientale, un maggior sfruttamento dei prodotti di scarto e della biomassa, ampiamente disponibili in teoria, può essere molto Interessante. In Europa le possibilità di destinare alla produzione di un adeguato quantitativo di combustibile vaste superfici a coltura vegetale sono molto limitato, ma si dovrebbe prendere in considerazione questa alternativa condizione che le operazioni di, raccolta, trasporto e lavorazione dei residui o della biomassa avvengano senza ulteriori danni per l'ambiente e possano essere risolti i problemi della corrosione degli impianti.
La combustione o gassificazione di biomassa o residui combustibili e le fonti energetiche rinnovabili, inclusa l'energia idroelettrica, continueranno a fornire un apporto significativo, anche se secondario, alla produzione di energia. L'utilizzazione di queste fonti difficilmente si diffonderà però nel prossimo decennio in modo tale da cambiare radicalmente la situazione attuale.


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