Vasche

Header

Motori
 


Biocombustibili gassosi

  Biogas
 

Progetto Interreg IIIA

- Progetto
- Tempistica
- Partner
- Risultati
- Pubblicazioni
  Legislazione
  Forum biogas

Progetto Interreg IIIA

Valutazione delle potenzialità di diffusione di impianti di biogas aziendali e/o consortili alimentati a biomassa, residui agroalimentari e frazione organica dei rifiuto solidi urbani.

Misura : 2.1 – Gestione del territorio, salvaguardia e valorizzazione delle risorse ambientali.

Tipologia/e di azione :

  • (d) – studi e promozione dell’utilizzazione di modelli per una gestione ecocompatibile delle risorse ambientali ed energetiche
  • (e) – studi per il miglioramento della qualità degli insediamenti urbani /Sistemi di gestione dei rifiuti e emissioni inquinanti)

Origine e motivazioni 
La crescente domanda di energia e la necessità di incrementare, sia a livello globale che a livello di singole realtà, l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili spingono a cercare nuove possibili vie di approvvigionamento di biomassa da utilizzarsi per fini energetici. 
La difesa dell’ambiente impone, inoltre, una serie di riflessioni relative allo smaltimento dei rifiuti in generale e in particolare di quelli dell’industria agroalimentare e della raccolta differenziata in ambito rurale/urbano.
E’, inoltre, sempre più pressante l’esigenza di fornire al mondo agricolo nuove e diversificate opportunità di reddito.
Si consideri inoltre la crescente richiesta di informazioni relative alla produzione di biogas e allo sviluppo di tecniche innovative che permettono di ottenere elevati rendimenti utilizzando fonti non tradizionalmente impiegate per tali fini.
Nasce quindi il desiderio di coinvolgere soprattutto il mondo rurale, storicamente consumatore di energia, ma da sempre “guardiano” dell’ambiente e fornitore di materie prime, nell’attività di “produzione di energia e di servizi ambientali”.

Ecco quindi l’idea di approfondire, sia sul piano qualitativo che quantitativo, le possibilità di produrre energia in aree rurali mediante impianti di digestione anaerobica, aziendali o consortili, partendo sia da materie prime tradizionali (liquami e letame) sia da fonti rinnovabili attualmente poco sfruttate per questo fine (sottoprodotti e scarti dell’industria alimentare e casearia, coltivazioni energetiche dedicate appositamente selezionate, frazione umida dei rifiuti solidi urbani, ecc.).

In altri termini si vuole verificare la possibilità tecnica di trasformare l’azienda agricola, singola o riunita in consorzio, da consumatrice di energia a produttrice di bioenergia e di servizi ambientali mediante l’analisi di quello che può offrire il territorio circostante in termini di materie prime; si vuole inoltre capire come tali impianti si possono inserire tecnicamente, ambientalmente ed economicamente nel tessuto rurale/urbano.

Obiettivi e impatti previsti:
Partendo dalle motivazioni di fondo descritte al punto precendente e facendo stretto riferimento ai territori della Provincia di Sondrio e del Cantone Grigioni (Val Poschiavo e Val Bregaglia) con il presente progetto ci si propone, in un’ottica di gestione sostenibile del territorio, salvaguardia e valorizzazione delle risorse naturali, di aumentare le conoscenze sul patrimonio naturale per la tutela della natura  dell’ambiente e sull’impatto ambientale dell’uso del suolo al fine di elaborare iniziative per la salvaguardia degli ecosistemi e, in un’ottica di sviluppo sostenibile, ci si propone di incrementare e mettere in sinergia le iniziative per la salvaguardia e la valorizzazione degli ecosistemi.

Si intende quindi avviare un’azione volta a conseguire il miglioramento della qualità degli insediamenti urbani mediante il riutilizzo energetico di biomasse vergini e residuali (compresi eventuali rifiuti organici da raccolta differenziata) e promuovere l’utilizzazione di modelli per una gestione ecocompatibile delle risorse ambientali.

L’intero progetto verrà condotto con lo scopo di raggiungere i seguenti tre principali obiettivi:
a – quantificazione della disponibilità sul territorio di materiali idonei ad essere utilizzati ai fini della produzione di biogas in impianti, aziendali e consortili, di nuova generazione che utilizzano materie prime di varia natura, quali reflui zootecnici, scarti dell’industria alimentare e casearia, coltivazioni energetiche dedicate, frazione umida dei rifiuti solidi urbani, ecc;
b – verifica delle condizioni locali ove risulta effettivamente possibile l’installazione dei suddetti impianti in termini di continuità nel tempo (anno) del flusso di materiali e sia evidente l’esistenza di idonee superfici per lo spandimento dei fanghi di risulta in funzione delle normative vigenti;
c – l’organizzazione di seminari, la stampa di materiale divulgativo e la realizzazione di un sito internet dedicato all’iniziativa.

Si prevede quindi di individuare sia le potenzialità in termini di materia prima disponibile e producibile nell’area oggetto di studio sia le effettive opportunità per il suo utilizzo in innovativi impianti di biogas sostenibili sia economicamente che tecnicamente e ambientalmente.

I risultati del progetto saranno costituiti da un elenco di siti nei quali sarà possibile e sostenibile la realizzazione di impianti di biogas sia da un punto di vista tecnico (disponibilità temporale, quantitativa e qualitativa di materia “digeribile” compresa una eventuale produzione di colture energetiche dedicate e una attività di raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti solidi urbani, da verificarsi mediante sperimentazione) che ambientale (possibilità di smaltire i fanghi residui) ed economico; da una banca dati della biomassa disponibile e del potenziale energetico di ogni sito e da una azione di divulgazione rivolta a tutte le realtà interessate.

L’intero progetto interessa tutto il territorio della provincia di Sondrio e dal Territorio della Val Poschiavo e Val Bregaglia del Cantone Grigioni.

La proposta finale, relativa alla individuazioni dei siti oggetto di potenziale realizzazione di impianti innovativi di biogas, interesserà tutto il territorio oggetto di studio; lo stesso dicasi per le azioni di divulgazione e diffusione dei risultati raggiunti.

I fruitori finali dell’iniziativa saranno prevalentemente le aziende agricole, singole o riunite in consorzi. A loro infatti sarà dedicata l’attività finale di divulgazione con lo scopo di diffondere la cultura dell’azienda agricola quale soggetto produttore di beni (energia) e servizi (recupero energetico di rifiuti e residui). Non sarà però meno importante la divulgazione dell’iniziativa verso tutti i possibili soggetti interessati (famiglie, ristoratori, scuole, comuni e associazioni) in un ottica di diffusione della coltura del recupero delle biomasse per la produzione di energia.

Sintesi delle azioni previste

Le azioni previste per il raggiungimento degli obiettivi rientrano tra quelle indicate al punto II.2 della misura 2.1 riportata nel bando INTERREG IIIA 2000-2006.

In particolare si intende realizzare uno studio, mediante raccolta di dati in campo ed elaborazione di informazioni già esistenti, finalizzato alla realizzazione di una banca dati relativa alla disponibilità temporale, quantitativa e qualitativa di materia prima (biomassa vergine e residuale ad elevata umidità) idonea per la digestione anaerobica in impianti di biogas tecnologicamente innovativi.
Si intende, inoltre, avviare una sperimentazione pilota di colture energetiche finalizzate alla produzione di biomassa (p.e. mais, colture protoleaginose) da destinare alla digestione anaerobica e da trattare con i reflui zootecnici attualmente la principale materia prima degli impianti di biogas.
Sarà inoltre avviata una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza volta a favorire la raccolta differenziata di materiali utili per le finalità del progetto e sarà condotta una raccolta differenziata sperimentale specifica.
Tutte le informazioni raccolte saranno elaborate per valutare il potenziale energetico del territorio e i benefici ambientali ottenibili attraverso la diffusione di innovativi impianti di biogas, aziendali e consortili, nonché i requisiti necessari dei luoghi di installazione. Il fine ultimo è quello di valutare la sostenibilità tecnica e ambientale degli impianti citati.

Il progetto prevede, quindi, una analisi molto approfondita degli aspetti ambientali e tecnici che potranno costituire la base per successive analisi puntuali di fattibilità economica e una analisi tecnico-economica, altrettanto approfondita, su 3-4 impianti tipo con lo scopo di valutare l’effettiva sostenibilità della proposta finale.

Come accennato in precedenza, oggetto dello studio saranno i territori della Provincia di Sondrio, della Provincia di Bolzano (Valle Aurina, Val Pusteria, Val Venosta) del cantone Grigioni (Val Poschiavo e Val Bregaglia), all’interno dei quali verranno individuati gli impianti esistenti suscettibili di miglioramenti tecnologici e verranno selezionati gli eventuali siti per la realizzazione di nuove strutture.

Il progetto, coordinato dal capofila Italiano e dal capofila Svizzero per gli aspetti amministrativi, verrà realizzato in 5 fasi di seguito descritte.

Fase 1: Raccolta dati e analisi.
Questa prima fase comporta un elevato impegno da parte di tutti i partner coinvolti nel progetto al fine di fotografare quanto più dettagliatamente possibile la situazione del territorio oggetto dello studio. Ogni partner per i territori di competenza con l’aiuto del Comitato Termotecnico Italiano per gli aspetti più propriamente energetici, dovrà individuare tutte le possibili fonti di materia prima da destinare alla produzione di biogas.
A solo scopo indicativo la materia prima che può essere avviata al processo di digestione anaerobica e che potrebbe essere reperibile nei territori oggetto dello studio è rappresentata da:

  • liquami e letame
  • siero di latte
  • sottoprodotti della lavorazione delle mele e altri residui della lavorazione della frutta
  • raspi e vinacce
  • oli esausti della ristorazione
  • colture agricole selezionate (es. mais allo stato ceroso)
  • rifiuti organici provenienti da raccolta differenziata

Più in particolare questa fase è suddivisa in:

  • analisi delle attività presenti sul territorio che possono generare biomasse e materia prima di interesse;
  • analisi delle possibilità di riutilizzo agronomico dei reflui in funzione in funzione delle caratteristiche degli stessi e della disponibilità di terreno e secondo le modalità stabilite dal legislatore;
  • raccolta di informazioni utili per costruire il quadro generale entro cui si muove l’intero progetto (p.es. legislazione nazionale e locale in vigore);
  • analisi delle possibili utenze finali del biogas prodotto (analisi di mercato dei motori e degli impianti di combustione) e le modalità di veicolazione dell’energia (calore, elettricità) prodotta.

Fase 2: Individuazione dei siti
L’analisi approfondita del territorio, mediante il reperimento di adeguata cartografia e documentazione, dovrà consentire di fare un primo censimento dei siti, all’interno dell’area  oggetto di studio, su cui si andrà ad eseguire la successiva parte del lavoro (Fase 4).
Questa fase consentirà di prendere sempre più contatto con il territorio e di operare le prime valutazioni sulle possibili ricadute del progetto. E’ questa una azione molto importante che consentirà di effettuare una prima riduzione del territorio oggetto di studio consentendo di concentrare l’attenzione verso i siti più idonei per l’eventuale realizzazione di impianti: sarà possibile quindi mettere a disposizione una documentazione selezionata per l’analisi finale prevista nella fase 4.
Più in particolare questa fase sarà suddivisa in:

      • censimento degli impianti esistenti e delle tipologie di materie prime utilizzate;
      • analisi delle realtà agricole possibili fruitrici dei prodotti del progetto.
      • individuazione dei siti dove potrebbe essere possibile l’installazione di nuovi impianti di biogas;
      • prima valutazione dell’energia producibile per ogni sito con la biomassa individuata nella fase 1 e dei vantaggi di carattere energetico ed ambientale ottenibili; saranno a tal fine individuati degli indicatori di prestazione appropriati.

Fase 3: Sperimentazione
La fase sperimentale del progetto è finalizzata principalmente a verificare la possibilità di integrare la materia prima disponibile nel territorio con ulteriori fonti di biomassa idonea al processo di digestione anaerobica; in particolare si andrà a sperimentare alcune colture energetiche dedicate e a verificare la reale applicabilità di un sistema di raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti solidi urbani finalizzata alla produzione di biogas.

Più in dettaglio, la fase sperimentale è suddivisa in due sottofasi:

Fase 3a: Sperimentazione agronomica
La possibilità di integrare la materia prima in ingresso in un moderno impianto di digestione anaerobica con biomassa dedicata è una realtà soprattutto in Paesi a noi vicini quali Austria e Germania. Questa tecnica consente di fornire all’impianto un continuo e costante apporto di sostanze utili per favorire la produzione di biogas e per raggiungere elevati rendimenti.
Si prospetta quindi la possibilità di fornire all’azienda agricola un’ulteriore fonte di reddito qualora parte della produzione aziendale venga destinata non più al settore alimentare ma al settore energetico.

Sarà quindi avviata una sperimentazione agronomica relativa a colture erbacee ad elevata produttività ed idoneità all’utilizzazione in impianti di biogas (p.e. mais e protoleaginose) anche mediante l’eventuale impiego di varietà non ancora diffuse nel territorio oggetto dello studio.

Fase 3b: Raccolta differenziata
Considerato che il territorio in cui si va ad operare è caratterizzato, come la maggior parte dei territori urbanizzati, dal pressante problema dei rifiuti e del loro smaltimento e consapevoli delle possibili implicazioni di carattere sanitario e di sicurezza che l’analisi di seguito descritta può comportare, si intende realizzare una campagna sperimentale, a supporto dell’intero progetto, per dimensionare la disponibilità quantitativa e qualitativa di biomassa proveniente dalla raccolta differenziata di rifiuti organici.
Questa infatti è un’ulteriore possibile fonte di materia prima idonea ad alimentare un moderno  impianto per la produzione di biogas.

Sarà innanzi tutto avviata un’azione di sensibilizzazione, mediante due incontri sul territorio (uno nel comune di Poschiavo e uno in provincia di Sondrio), con lo scopo di individuare un campione di soggetti che, opportunamente istruiti, si presteranno ad effettuare un esperimento annuale di raccolta differenziata della frazione organica di rifiuti solidi urbani seguendo le indicazioni fornite dai responsabili del progetto.
Le informazioni acquisite nella fase sperimentale saranno riunite in un opuscolo informativo che verrà distribuito all’intera popolazione al fine di diffondere la cultura della RD in un ottica di recupero di energia.
Nella proposta finale, quindi, si darà spazio anche a possibili impianti di trattamento di rifiuti maggiormente problematici, come quelli indagati in questa fase.

 

Fase 4: Elaborazione delle informazioni e proposta finale.
Saranno elaborati ed integrati tra loro tutti i dati raccolti in fase 1 e 2 e i risultati della sperimentazione compiuta nella fase 3 a e b. Saranno inoltre affinati i parametri (agronomici, logistici, ecc.) definiti nella fase 2, da utilizzarsi per la selezione finale dei siti in cui potrebbero sorgere i nuovi impianti e per l’eventuale conversione degli impianti tradizionali.

Sarà formulata una proposta finale riguardante la potenzialità di diffusione di nuovi impianti tecnologicamente avanzati o di conversione di impianti esistenti in funzione dei parametri definiti nella fase 2.

Il progetto, infatti, pur non prevedendo valutazioni di tipo economico relative ai costi specifici di singoli impianti realizzabili nei siti selezionati, intende sviluppare una analisi molto approfondita degli aspetti ambientali e tecnici che possono costituire la base per successive analisi di fattibilità economica e approfondire lo studio di 3-4 “impianti tipo” (distinti p.e. in base alla capacità produttiva) per valutare aspetti economici fondamentali quali, ad esempio, i costi massimi della biomassa vergine e residuale che consentirebbero la sostenibilità economica delle tipologie di impianti selezionati, i costi di trasporto per il conferimento della biomassa in funzione della distanza, ecc.
Verranno anche in questa fase sviluppati degli indicatori specifici per consentire un’ottimale interpretazione dei risultati.

Fase 5: Diffusione dei risultati
La fase di divulgazione dei risultati raggiunti è un aspetto fondamentale per consentire la massima ricaduta sul territorio del progetto il cui scopo ultimo è quello di diffondere il più possibile le informazioni raccolte in modo tale da consentire in un futuro prossimo la realizzazione del maggior numero possibile di impianti di biogas; si intende inoltre sensibilizzare la popolazione verso i problemi che hanno motivato la nascita del progetto stesso.

Per conseguire quindi gli obiettivi indicati si organizzerà un seminario di apertura, previsto entro due mesi dall’avvio del progetto, e un convegno di chiusura al termine delle attività finalizzato alla diffusione delle conoscenze acquisite nel corso dello studio e al trasferimento della tecnologia che caratterizza i nuovi impianti di digestione anaerobica.
Si svilupperà inoltre un sito internet interamente dedicato all’iniziativa che prevede anche un inquadramento generale relativo alla produzione di biogas.
Saranno stampati degli opuscoli informativi, in più lingue, per consentire la più ampia diffusione possibile dell’iniziativa, anche nei territori svizzeri di lingua tedesca e francese. Verranno inoltre diffuse le versioni informatiche degli stessi mediante posta elettronica mirando a soggetti particolarmente sensibili ad iniziative di questo tipo: scuole di vario livello, comuni, associazioni.
Come già accennato nella descrizione delle attività della fase 3b, verrà organizzata una campagna di sensibilizzazione (sono previsti due eventi, uno per la parte svizzera e uno per la parte Italiana) indirizzata alla popolazione delle aree selezionate al fine di raccogliere adesioni per una sperimentazione di Raccolta Differenziata di materiale da destinare alla produzione di biogas.
Nel corso della Manifestazione “Mostra dei prodotti della montagna lombarda” che si tiene a Morbegno nel mese di ottobre verrà organizzato un momento di divulgazione dell’iniziativa.
Si organizzerà inoltre una visita tecnica dimostrativa presso un impianto esistente di biogas.

I prodotti del progetto
In accordo con l’intenzione di diffondere quanto più possibile i risultati del progetto è stata prevista la divulgazione secondo più strade e quindi diversificati saranno i prodotti finali del progetto, qui di seguito descritti:
- Rapporto tecnico finale contenente la descrizione dettagliata delle attività svolte
- Valutazione del potenziale di diffusione di impianti di biogas e proposta dei principali siti in cui tali impianti potrebbero essere effettivamente realizzati
- Banca dati della biomassa idonea alla produzione di biogas disponibile nei territori oggetto di studio
- Materiale divulgativo volto a spiegare i principi base della produzione di biogas e della sua utilizzazione
- Materiale informativo volto a diffondere la cultura della RD in un ottica di recupero di energia
- Sito internet costantemente aggiornato relativo alle attività del progetto e alla diffusione delle tecnologie inerenti la produzione di Biogas e integrato con una sezione interattiva (forum) in cui gli utenti possono chiedere informazioni e proporre suggerimenti.

 

Indicatori di realizzazione

Azioni

Indicatore

Unità di misura

Quantità prevista

Italia

Svizzera

Totale

Raccolta dati e individuazione siti

Superficie interessata

Kmq

6.700

600

7.300

Raccolta dati e individuazione siti

Popolazione interessata

Abitanti

224.000

7.000

231.000

Sperimentazione Agronomica

Specie vegetali

n.

4

4

Sperimentazione Raccolta Differenziata

Operatori interessati

n.

5

5

10

Divulgazione

Eventi pubblici

n

4

1

5

Divulgazione

Sito internet

n

1

 

1

Divulgazione

Popolazione interessata

Abitanti

224.000

7.000

231.000