Introduzione alla produzione delle colture oleaginose

Le piante da cui è possibile estrarre l'olio industrialmente sono chiamate "piante oleaginose". Esse possono essere classificate in diversi modi, in funzione della loro importanza nella produzione totale di materie grasse, del tipo di olio prodotto, delle zone di produzione, ecc. Le piante oleaginose, qui riportate ordinatamente a seconda dell' importanza delle specie, sono:

Regioni Calde:

  • Palma da olio: essenzialmente Elaeis guineensis che produce l'olio di palma estratto dalla polpa del frutto e l'olio di palmisto estratto dal nocciolo;
  • Cocco: Cocos nucifera che produce l'olio e i panelli di copra;
  • Arachide: Arachis hypogea (Leguminosae);
  • Cotone: Gossypium hirsutum (Malvaceae);

Regioni temperate:

  • Soia: Glycyne max (Leguminosae);
  • Olivo: Olea europea (Oleaceae);
  • Colza: Brassica napus var. oleifera (Cruciferae);
  • Girasole: Helianthus annuus (Compositae);

Le oleaginose secondarie comprendono:

  • Lino: Linum usitatissimum (Linaceae);
  • Papavero: Papaver somniferum var. nigrum (Papaveraceae);
  • Ravizzone: Brassica campestris var. oleifera (Brassicaceae);
  • Senape: Brassica nigra, sinapis alba, etc. (Brassicaceae);
  • Camelia: Camelia sativa (Brassicaceae);
  • Cartamo: Carthamus tinctorius (Compositae);
  • Sesamo: Sesame iudicum (Podaliaceae);
  • Ricino: Ricinus communis (Euforbiaceae);
  • Canapa: Cannabis sativa (Moraceae);
  • Mais: Zea mays (Poaceae);
  • Aleurite: Aleurites sp. (Euforbiaceae).

E' ben evidente che le piante oleaginose appartengono alle più diverse famiglie botaniche, differenti tra loro per morfologia (legnose, erbacee), per habitat, per ciclo vitale (piante annuali, piante perenni). Su scala mondiale i paesi caldi risultano esportatori e i paesi temperati, in particolare la UE, sono dei forti importatori; poiché l'UE non copre che dal 25 al 30% dei suoi bisogni, negli scorsi anni è stata favorita una politica di incoraggiamento alla produzione, in particolare per quanto riguarda la colza, la soia e, soprattutto, il girasole. Le oleaginose presentano, in generale, la proprietà di essere ricche di materie proteiche che, dopo l'estrazione dell'olio, sono impiegabili nell'alimentazione animale sotto forma di panelli. Nel caso della soia, per esempio, i panelli sono i sottoprodotti che possiedono il più grande valore. In Europa si coltiva un numero molto ridotto di specie oleaginose. Queste sono il girasole, il colza, il sesamo, l'arachide, il ravizzone, la senape, il ricino e il cartamo.
La produzione di tali colture è destinata sia al mercato alimentare che a quello no-food.

Italia - superfici investite a soia, girasole e colza (ettari)
(elaborazione Confagricoltura su dati ISTAT-1997)

  Soia Girasole Colza TOTALE
1992 340.011 116.446 8.146 464.603
1993 185.460 124.107 5.493 315.060
1994 213.930 23.525 14.024 451.479
1995 195.191 230.402 46.026 471.619
1996 223.330 253.231 64.988 541.549
1997 301.548 229.948 69.157 600.653
1998* 351.265 232.690 61.032 644.987
1999* 246.517 209.814 51.487 507.818
2000 246.011 248.606 45.948 540.565
*stime

I principali oli sono estratti dalla soia, dal colza, dalla palma e dal girasole. Ai fini della presente analisi verranno approfonditi gli aspetti colturali delle due colture che, per le condizioni climatiche vuoi per la buona produttività alle latitudini europee, hanno avuto il maggiore sviluppo in Europa: il girasole e il colza. Nonostante non sia una coltura "europea", verrà trattata anche la soia, in quanto è la principale fonte di olio vegetale nel mondo. Gli Stati Uniti, da soli, producono più del 50% della produzione mondiale di soia.



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