Sottoprodotti

I SOTTOPRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DELL'OLIO

I co-prodotti della lavorazione dei semi oleosi sono:

  • Gusci e tegumenti costituiscono il primo sottoprodotto della lavorazione dei semi oleosi. E' noto che soia e colza hanno un tegumento che rappresenta il 10-15% del seme, mentre il guscio del seme di girasole varia dal 20 al 50%.


Dato che i gusci e i tegumenti sono costituiti soprattutto da materiali cellulosici e ligninici essi si prestano a parecchie utilizzazioni: preparazione di pellettati da incorporare nei mangimi per ruminanti e conigli, preparazione di pannelli e pressati per imballaggi, ottenimento di biomasse microbiche previa idrolisi acida o enzimatica della cellulosa, produzione di furfurolo per distillazione in ambiente acido, produzione di energia a mezzo di processi fisico-chimici e microbiologici.

  • Panello, formato dai residui del seme dopo la spremitura meccanica. Ha un contenuto di sostanza grassa superiore all'8%, arriva anche al 10-15%; esso contiene inoltre acidi grassi, alcune vitamine liposolubili ed elevato valore energetico.


Presenta lo svantaggio della difficile conservazione dovuta alla potenziale formazione di perossidi (irrancidimento);

  • Farina di estrazione, residuo dei trattamenti chimici di estrazione. Ha un contenuto in materia grassa molto basso (1-2%), dovuto al processo di estrazione, molto più efficiente di quello meccanico. Non è un alimento completo ma ha il vantaggio di conservarsi bene.


Per quanto riguarda la farina di colza è necessario coltivare varietà 00 (senza glucosinolati). ….La CEE e l’Italia in particolare, importa gran parte delle farine di estrazione di colza e girasole impiegate per i mangimi.

Entrambi vengono impiegati come alimenti zootecnici: se interessa solamente il contenuto proteico, la scelta va alla farina di estrazione; si preferisce il panello, invece, se ai protidi si desidera associare un elevato valore energetico.

Il contenuto di sostanza grassa influenza ovviamente il valore calorico del sottoprodotto che di conseguenza deve essere impiegato in quantità differenti. Il panello infatti ha un valore calorico superiore del 7-15% rispetto alle farine che sono caratterizzate dal basso apporto di acidi grassi nella dieta dell'animale.

L'utilizzo per l'alimentazione bovina di sottoprodotti provenienti da differenti lavorazioni o da diverse specie vegetali può influenzare le caratteristiche del latte e dei derivati in quanto cambiano le caratteristiche del grasso; ad esempio il burro si presenta molto molle se si utilizzano derivati del girasole, normale invece con i derivati del cotone, secco e duro utilizzando derivati del cocco.

Si parla, poi, di panelli e/o farine decorticati (o non), a seconda che si sia ricorso o meno alla decorticatura (processo meccanico che elimina il pericarpo del seme, componente ricco di cellulosa e scarso di materia grassa).

Sulla classificazione del panello influisce anche il metodo meccanico di spremitura: con le presse a vite si producono "expellers" (scaglie di colore bruno con contenuto di olio del 5-12%); con le presse a cilindri, invece, "schilfers".

Expeller e farina di colza

Presentano differenze qualitative legate a vari fattori di natura colturale e stagionale, nonché al sistema di estrazione dell'olio. Un buon prodotto deve essere caratterizzato da odore non sgradevole e colore giallo verdognolo.

Expeller e farina di colza si inseriscono fra i prodotti di medio tenore proteico: ciò ne favorisce un largo impiego nella preparazione di mangimi concentrati. Le variazioni nel tenore proteico (dal 30 al 40%) e quelle ancor più rilevanti nel contenuto di fibra (dal 7 a oltre 20%), tuttavia, non ne facilitano un normale inserimento nelle miscele di concentrati. Il prodotto non è talvolta gradito al bestiame se viene somministrato con acqua: odore agliaceo e sapore amarognolo lo rendono talvolta male accetto, a meno che non venga somministrato con alimenti molto appetibili, come melasso, fettucce integrali di bietola e simili. Questi problemi, tuttavia, sono superati con le varietà più recenti e, comunque, si presentano solo quando il mangime viene somministrato in percentuali rilevanti nella razione. A titolo indicativo, incidenze normali sono le seguenti: bovini, 10-12%; suini, 10-15%; broilers, 15%; ovaiole, 5%.

Expeller e farina di girasole

A differenza del colza, il seme del girasole è contenuto all'interno di un frutto (achenio) che è formato esternamente dal pericarpo. Quest'ultimo è composto prevalentemente da sostanze ligno-cellulosiche e rappresenta dal 20 al 50% circa del peso del frutto intero. Di conseguenza, la ricchezza in principi nutritivi del panello (expeller o farina) di girasole, dipende strettamente dall'intensità del processo di decorticazione a cui può essere sottoposto il seme. Un tenore di cellulosa grezza molto elevato rende il prodotto non adatto per la preparazione di mangimi concentrati, in quanto deprime il valore nutritivo e la digeribilità della miscela. Il gradimento da parte del bestiame è buono sia per l'expeller che per la farina. I co-prodotti del girasole, quindi, entrano correntemente nella composizione dei mangimi concentrati per bovini, suini e pollame.

Analisi chimica di alcuni semi e sottoprodotti dell'estrazione dell'olio

  Semi di cotone Semi di soia Farina di girasole Farina di soia Panello di cotone Panello di lino Panello di soia
S.S. 90,00 90,00 90,00 89,00 90,00 90,50 90,00
L.G. 18,20 21,30 2,68 1,60 6,00 8,80 5,50
C. 5,80 5,90 7,00 5,50 6,50 7,50 6,50
A.p. 0,90 4,14 2,30 1,80 0,50 3,00 8,00
P.G. 22,10 41,10 36,00 49,90 41,20 35,00 48,00
F.G. 27,70 7,40 25,00 5,50 16,50 11,40 7,00
E.I. 26,20 24,30 29,32 37,50 29,80 37,30 33,00

(Fonte Ass. Mantovana Allevatori)

S.S.- Sostanza secca
L.G.- Lipidi grezzi
A.p. - Amido polarimetrico
C. - Ceneri
P.G. - Proteina grezza
E.I. - Estrattivi inazotati
F.G. - Fibra grezza



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